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Quale tipo di formazione è funzionale all'attuale società della conoscenza? Quale forma di sapere può concretamente tradursi in competenza esperta? In quale modo possiamo tendere alla promozione dell'attitudine al lavoro senza trascurare l'esigenza di sviluppare la cultura generale, necessaria per comprendere e trasformare la realtà? L'insegnamento individualizzato è compatibile con l'apprendimento collaborativo? L'autrice cerca di rispondere a questi interrogativi partendo da un approccio costruttivista. I dilemmi che assillano gli studiosi e gli operatori della formazione si possono affrontare sviluppando l'eredità pedagogica di Dewey, Piaget e Vygotskij. Il testo, pertanto, argomenta che non c'è contraddizione tra l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo delle competenze, e quindi non c'è incompatibilità tra istruzione ed educazione. Non c'è opposizione tra costruzione del pensiero ed esperienza sociale, e pertanto non v'è incompatibilità tra individualizzazione e socializzazione. Il concetto stesso di competenza complesso integrato di abilità acquisite in contesti di pratiche condivise si pone come sintesi dialettica delle antinomie della didattica, nel quadro di una pedagogia problematicista.